MERENDINE SALUTE: part 4, THE LAST GOOD BYE. THE MOST IMPORTANT PEOPLE!

Pubblicato: agosto 5, 2015 in Behind the scenes
Merendine Live <san Donato last good bye!

The Last Good Bye! july 27th, 2015. Merendine Live in San Donato

Cittadella, august 5th, 2015: here we go with the last good bye my friends! I would to thank finally the most important people for Merendine. There are e few but they really changed our life. First of all Luca Gelain that back in 1993 he let me discover heavy metal music and changed my life when he gave me “Vulgar display of power” and “Black Album”! Tiziano Mardegan cause he forced me to join a band and to start to play. His determination determined Merendine. Luca Meneghetti, the second bass player for Merendine who brought the idea to name the band MERENDINE ATOMICHE. My family who never stop me to believe and the neighborhoods who never broke balls when we played tons of heavy metal for years! Munsey Ricci from Skateboard marketing. His job, his believe in the band, his friendship changed my life forever and I would thanks him for all his efforts and work. thanks dude.

To all of them an eternal thanks.

From now i Left “us” as I usually speak talking for the band to “return” to “I”, as Luca Cerardi. from this moment the band is gone and I start my new project so whoever wants to follow me as friends as collaborator or whatever here are my new contacts and pages. The Merendine pages will be updated with Merendine side projects.

Thanks again ! Love, Luca – Merendine and Merendine Atomiche

Luca Cerardi and Munsey Ricci at Giants stadium 2007

Me and Munsey at Giants Stadium 2007

Cittadella, 5 agosto 2015: chiudiamo la storia. Da oggi diventa “c’era una volta…”. Chissà abbia ragione il Panda quando dice che vorrebbe da oggi diventassimo “Leggenda” hahahah.
Comunque, ultimo post.
Ho lasciato per ultimo alcune persone determinanti per i Merendine Atomiche/Merendine e non posso che dare loro maggior spazio. Ci sono momenti e persone che cambiano il corso della storia e della vita di ognuno di noi. Che sia destino o scelte non lo sappiamo ma di certo per noi è accaduto.
Riguardano tutte l’inizio della nostra storia perchè una volta “stabiliti” come band tutto è stato più “facile”, ma il duro è stato all’inizio, quando nessuno ci dava fiducia. Ricordo bene i primi anni di scherno al nome e alle persone parte dei Merendine Atomiche.
Quindi back in the day. Un ringraziamento va a Luca Gelain. Senza di lui niente metal nella mia vita. Quell’incrocio di due classi scolastiche che si unirono nella 3a B Girardi nell’estate del 1993 fu “miracoloso”. Chissà chi lo decise! Dalla classe che si unì a noi, c’erano Roberto Basso, batterista dei Jesus Brothers, Gela “colui che” mi diede la spinta definitiva verso l’heavy Metal. Sappiate che il merito è loro! Noi ci abbiam messo, poi, la grinta e la musica. Di solito è chi non si vede che fa e i grandi “eroi” non sono mai in prima pagina. Eraclito amava dire che la “verità (natura) ama nascondersi”.
Avanti, Il trio all’ultimo banco Zanda, Gela, Cek e un cm più in la Marde, è la base su cui sono nati i Merendine e di nuovo il regalo decisivo è stato nel maggio del 1994 di “Vulgar Dispaly Of Power” e del “Black Album”. GRazie! Da quel giorno l’inizio della scoperta dei Pantera e dell’approfondimento dei Metallica. GRazie per i tre anni passati assieme a giocare e ad ascoltar musica. Me despiaxe soeo pal to unico difeto, a juve! hehahahah quante paroe co parolin in classe! Ma credo ce la siam goduta entrambi!
Tiziano Mardegan. E’ lui che mi ha spinto a suonare quando non avevo idea di che cosa fosse la musica strumentale, il musicista. Mi ricordo ancora alle fermate dell’autobus che veniva con la sua calma e cercava di convincermi a suonare. “Io suono la chitarra, tu la batteria e Zanda canta”. Io avevo in mente il pallone all’epoca ma poi mi sono fracassato ginocchio, anca e testa (altro caso? O destino?) e ho deciso di ascoltarlo. Volevo io la chitarra ma visto che la suonava già lui, presi la batteria, del resto Basso la faceva “cantare” e sembrava fico provarci. Senza Marde, niente Merendine, e senza Marde, niente Zanda. E’ lui che ci ha convinti che Zanda era l’unico vero cantante dei Merendine quando avevamo passato un periodo di “maretta” ed aveva ragione anche li. La band ha avuto solo e sempre un unico singer, e sappiamo chi è.
Insomma un grazie non può che andare a lui che ci ha spinti a suonare e a cavalcare insieme l’onda della grande musica. A lui devo l’ascolto degli Ac/dc e della scoperta di un album che ancora oggi ascolterei un milione di volte “Highway to Hell”, per altro prima canzone suonata dai Merendine Atomiche sia Live che in prova. Grasie Marde!
La mia famiglia che per 20 anni ci ha permesso di suonare senza problemi. Per una band una sala prove spesso può essere un problema, soprattutto per i batteristi. Non hanno mai battuto ciglio e hanno sopportato per vent’anni tonnellate di heavy metal tre sere la settimana. MIa madre dal 1998 non è più venuta ad un live della band perchè era “on air” ogni santa settimana e mio padre ancora oggi tra i cd dei vari Venditti, Biondi, Ligabue, Battisti etc etc  ha “Master Of Puppets” e “Black Album”, a dir suo, album molto belli…e che ogni tanto “vanno” a casa o in macchina (rigorosamente in cassetta) e mi lasciano stupito…sarà che l’abbiam “plagiato” con anni di Metallica letteralmente sulla schiena da sotto la taverna?!?! Direi che i messaggi subliminali funzionano, almeno con lui!
Di conseguenza i vicini. Altro grande problema per i musicisti. Se non trovi l’humus giusto sei finito e quindi un grazie a tutti coloro che mi abitano attorno e non si sono mai lamentati degli altrettanti quintali di heavy metal che abbiamo scagliato a tutti per 4 lustri! Di nuovo è l’ambiente generale che fa il tutto e anche le minime parti sono fondamentali all’equilibrio. Quando ne manca una, tutto svanisce. Luca Meneghetti aka “El Guaits”. Bassista del primo Demo è stato lui un giorno ad arrivare e dire “ma parchè non ci chiamiamo Merendine Atomiche?”. Il motivo era fico: piccole cose, dolci e tranquille ma che quando si incazzano diventano esplosive. Bello, tanto chi l’avrebbe mai immaginato che avremmo suonato per 20 anni con sto nome? E invece poi è diventato una sfida, un vanto e un problema. Grazie vecio! Ci hai costretto a pensare e a lottare!
Munsey Ricci. Conosciuto grazie ad un “bombardamento” di “Walk across fire” in giro per il Mondo tanto da essere diventato amico dei dipendenti postali dell’epoca vista la mia costante presenza ogni santa mattina con enormi quantità di pacchi per tutto il mondo! Al primo contatto mi sono rifiutato di rispondergli. Mi sembrava il solito “fake” della musica, quelli che parlano e sanno tutto, quelli che fanno un demo e regnano sull’universo, quelli che promettono e basta, quelli che basano tutto sull’apparire e magari sono pure bravi con il “photoshop” della propria personalità ma che poi si scontra con la necessità della realtà che è fatta di cose “fatte” e in quel momento semplicemente svaniscono. Non lo cagai… ma poi chissà perchè ci riprovò (caso o destino?) E stavolta gli ho dato ascolto. Era l’unico che mi chiedeva di parlare al telefono. MI ha costretto ad imparare l’inglese e lo ringrazierò per sempre e mi ha costretto a pensare in grande, e di nuovo grazie. Da quel momento è stato il “guru” dei Merendine. Primo fuori dall’Italia a credere nella band c’ha provato con noi per oltre 10 anni supportandoci in ogni situazione e facendoci diventare quello che siamo. Ho imparato di tutto con Munsey, ho considiviso momenti entusiasmanti, incazzature apocalittiche ma successi intramontabili. Le sue telefonate resteranno sempre epiche. L’attesa di notizie, il fascino del manager di New York, la sua conoscenza del music business a 360 gradi, la sua famiglia classicamente italo americana con polpette al sugo di pomodoro d’obbligo ogni volta che entravamo a casa sua (un saluto a Don Ciccio, che non c’è più), alle sue follie, cambie d’umori, ma anche alla sua pragmaticità e schiettezza. Quando c’è da dirti che è finita non ci gira attorno, ti sgancia la notizia sulla testa come un mattinata al Napalm e loro sanno come si fa. Se riesco ancora a camminare nel teatro degli orrori e meraviglie del music business è grazie a Muns, il “dude”. Senza di lui niente di ciò che siamo stati. Thanks my brother!
Queste sono le persone che hanno cambiato il destino della band e a loro la mia eterna gratitudine.
Siamo  alle conclusioni. Per anni sono stato i “Merendine”, la voce dietro il nome che per Platone era decisivo al di la di chi o cosa c’era dietro (e come se aveva ragione!).
Non ho mai amato i riflettori se non quelli del palco. Sono uno strano, mi piacciono cose particolari, sto bene a casa, non mi piace la birra (solo il buon vino, i sigari e il whiskey ma poco), amo le piante, studio filosofia e faccio heavy metal! Un pò come quello della pubblicità di non so che prodotto che dopo la caciara sul palco se ne va in una stanza bianca e silenziosa. Idem. Per me il rock è sempre stato urlare al mondo quello che non mi va, un pò come Jack Black spiega ai ragazzini cose’è il rock in “School of rock”. Cercare di dire ciò che non va e urlarlo. Non si può certo dirlo con una bossa nova. 🙂 (almeno nel mondo occidentale). In più ho sempre amato la “squadra”, l’idea di “gruppo”, o i paroloni latini come “e pluribus unum” (da tutti uno) o “Dum Audes ardua vinces” (non mollare fino alla vittoria). Amante della storia vedevo la band come un “esercito” compatto fatto di cinque “legionari”, “Opliti”, “delta force” come volete chiamarli. L’idea di un ideale comune per qualcosa di migliore in cui tutti uniti avremmo marciato a suon di note cercando di coinvolgere tutti, amici, fans, ascoltatori e motivo dei pezzi “Blood for glory”, “Victory Over the enemies”, “Stand Up and fight”, “Revolution”, etc etc costruito sull’amicizia, sentimento più nobile del mondo verso una fratellanza allargata da cui “Rude Rebel Brotherhood”, “Just for us”, “Raw”, “Captain Venice” etc etc…Insomma cinque amici che lottavano per un unico obiettivo o più obiettivi: dire ciò che pensavamo, non accettare compromessi con i “potenti”, combattere il sistema, scalare le posizioni e provare ad arrivare all’apice, essere “approvati” come persone e come band, fare i fighi pae fighe, metterla là ai nostri “nemici” che non hanno mai capito che noi siam sempre stati i più critici con noi stessi e che più erano e più ci rafforzavano (vi ricordate gli Hatebreed? “Doubt me, Hate me / You’re the inspiration I need / You’re all the inspiration I need. / Your doubt, it fuels me / Your hate, it drives me / The challenge ignites me / You make me fight harder”), divertirci, viaggiare, suonare, vivere, esistere, essere, dimenticare, sognare, sentirci forti, amati, odiati, padroni del mondo, ultimi del carro, signori dell’universo, insomma uomini con i loro vizi, difetti e pregi… che fanno e non parlano. Direi che le abbiamo azzeccate tutte. Manca il grande successo ma ho la sensazione, dopo tutte ste coincidenze che, come diceva  Shopenauer: “noi crediamo di avere due o più scelte sempre davanti, ma quando decidiamo, ciò che ci sembra una libera presa di posizione, in realtà era l’unica possibile”. Oppure Schelling, convinto che noi siamo liberi ma solo se accettiamo la nostra necessità che abbiamo scelto prima di nascere (mi ricorda un discorso del Panda un giorno “Io ho scelto i miei genitori”). La libertà vera è quella di capire chi siamo, accettarlo e cavalcarlo. Se non lo facciamo, la vita sarà un inferno di problemi, ma di sicuro la necessità prevale. E’ l’eterna questione che Kant aveva posto nella sua “Critica del giudizio” e dove dava il la a pensare l’arte come unico ponte tra queste due cose che l’uomo non riesce a risolvere: necessità e libertà. L’unica cosa che ci da un simil “perchè” è quando ci esprimiamo attraverso la musica, la pittura, l’arte in generale… è un modo per sublimare l’inspiegabilità della vita e noi a nostro modo, come voi, nel vostro, ci abbiamo provato, a sublimare le nostre tensioni, idee, paure, ansie, angosce, frustrazioni, dolori, gioie, entusiasmi, emozioni, sentimenti etc etc…INsomma credo che questa fosse la nostra storia, il nostro percorso e quindi sono felice che sia stato questo, “così volli che fosse” direbbe ancora un altro tedesco: Nietzsche.
Ecco, a me piacciono ste cose e mi è sempre piaciuto parlare del NOI, usare il plurale, la democrazia diretta come gli ateniesi o NOI come i 300 spartani che si immolarono per salvare il loro mondo, sconfitti ma eterni!
E tutto ha un limite e tutto finisce perchè deve finire. Così oggi dal NOI dei Merendine, ognuno  diventa IO di se stesso. In bocca al lupo ai miei band mates, a Sigers con i suoi Sound River, a Drome con i suoi Detonation Boulevard, a Zanda qualsiasi cosa farà, a Giulia con il nostro progetto e a David con i Sad.
Per la prima volta anche io “divento”… “io” per cui vi lascio i contatti con cui oggi “torno” Luca Cerardi e abbandono il “Band Merendine” dopo 20 anni.
Per chiunque sia interessato ai miei lavori, a collaborazioni o a “semplice” amicizia  la mia pagina facebook è da oggi questa:

Le pagine Merendine resteranno sempre attive.
Ancora grazie a tutti quanti. E’ stato grandioso! e ancora “Stand Up And Fight!” “let your soul free to fllllllllllllllyyyyyy”
Con stima e affetto,

Luca e tutti i Merendine Atomiche e Merendine.

Merendine and Munsey 2007

Luca Zandarin, Luca Cerardi and Munsey Ricci at Times Square 2007

Merendine Atomiche 1996

Luca Cerardi and Luca Gelain july 6th, 1996 the early Merendine Atomiche

 

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